Felicità
Maria Goodin
Felicità è un pizzico di noce moscata
“Conosci la ricetta segreta dell’immaginazione?”.
E’ scritto sulla copertina del libro di Maria Goodin. Domanda inutile, perché se parliamo di persone dotate di immaginazione, ognuno ha la sua ricetta, segreta o no. Nella sua parte iniziale il romanzo ti catapulta nell’atmosfera del nonsense di Alice ne Paese della Meraviglie, ma poi ti accorgi che mentre quello di Alice è un mondo parallelo, quello di Meg è il mondo reale trasformato dalla fantasia della madre e dalla sua determinazione di rendere il mondo della figlia un posto migliore. E’ difficile dire se la protagonista del romanzo sia la figlia Meg, che racconta in prima persona o la madre Valerie, che è l’artefice della bizzarra realtà in cui vivono. Sono coprotagoniste, perché senza l’una non può esistere l’altra.
E’ da notare che il mondo fantastico creato da Valerie non la rende egoista ed avulsa dalla realtà come potrebbe sembrare, al contrario la incoraggia ad aprirsi agli altri, come si potrà vedere al termine della sua vicenda umana.
Come in tutte le fiabe c’è un buono, il Giardiniere, e un cattivo, anche se non proprio cattivo, il quasi fidanzato professore, pragmatico e rigido tanto da destare compassione.
Meg, in bilico tra due strade diverse, saprà scegliere la migliore per lei, passando attraverso dure prove come tutte le eroine di questo mondo.
Divertenti i personaggi minori, come i componenti della band, eredi dei mitici protagonisti di Pian della Tortilla.
C’è anche la Fata Madrina, impersonata dall’amica della mamma, che saprà dare la giusta indicazione alla tormentata Meg.
Un po’ d’aria pura, che ci giunge dal giardino di Valerie e dalla penna di Maria, che ci fanno capire quanti modi diversi ci siano per affrontare e risolvere gli inevitabili problemi.